Esistono moltissime tipologie di gemme ed è convinzione comune che il valore economico di quest’ultime sia la chiave per poterle classificare, ma non tutti sanno che la distinzione tra pietre preziose e semipreziose rispetta ben altri parametri ed è oggetto di continue discussioni fra i maggiori esperti del settore.
La distinzione fra queste due categorie è convenzionalmente vista in questo modo:
- Pietre preziose: fanno parte di questa tipologia tutte quelle pietre naturali aventi composizione chimica cristallina. Il loro valore economico è tra i più elevati e resta invariato nel tempo anche grazie alla rarità che le contraddistingue. Fanno parte di questa categoria solo il diamante, il rubino, lo smeraldo e lo zaffiro.
- Pietre semipreziose: si tratta, a loro volta, di pietre naturali aventi però una composizione chimica non cristallina. Essendo più facilmente reperibili, e dunque meno rare, hanno un valore di mercato decisamente più basso rispetto a quelle preziose. Possiamo annoverare in questa categoria moltissime pietre come, ad esempio, l’acquamarina, l’ametista, l’eliolite, l’opale, il topazio ecc.
A questa generica suddivisione andrebbero aggiunte molte altre considerazioni tra cui la gradazione del colore, la durezza e la concentrazione geografica della pietra ma, nonostante ciò, il diamante, il rubino, lo smeraldo e lo zaffiro restano i dominatori assoluti della classe “pietre preziose”.
La distinzione fra queste due categorie è convenzionalmente vista in questo modo:
- Pietre preziose: fanno parte di questa tipologia tutte quelle pietre naturali aventi composizione chimica cristallina. Il loro valore economico è tra i più elevati e resta invariato nel tempo anche grazie alla rarità che le contraddistingue. Fanno parte di questa categoria solo il diamante, il rubino, lo smeraldo e lo zaffiro.
- Pietre semipreziose: si tratta, a loro volta, di pietre naturali aventi però una composizione chimica non cristallina. Essendo più facilmente reperibili, e dunque meno rare, hanno un valore di mercato decisamente più basso rispetto a quelle preziose. Possiamo annoverare in questa categoria moltissime pietre come, ad esempio, l’acquamarina, l’ametista, l’eliolite, l’opale, il topazio ecc.
A questa generica suddivisione andrebbero aggiunte molte altre considerazioni tra cui la gradazione del colore, la durezza e la concentrazione geografica della pietra ma, nonostante ciò, il diamante, il rubino, lo smeraldo e lo zaffiro restano i dominatori assoluti della classe “pietre preziose”.
Nel corso del tempo una così netta divisione ha destato molte perplessità che hanno portato a più considerazioni e dubbi sulla classificazione tradizionale. Prendendo ad esempio in considerazione il valore economico, si è potuto riscontrare come molto spesso pietre catalogate come semipreziose avessero invece un costo più alto rispetto ad altre identificate come preziose: un’acquamarina di notevoli dimensioni, un’alessandrite o una tanzanite particolarmente belle posso anche eguagliare, se non superare, il valore di mercato di un rubino o uno zaffiro. Parlando invece del parametro “rarità”, anche in questo caso è possibile trovare pietre semipreziose molto più rare. Gemme come l’opale nero sono difficilmente reperibili in natura quindi la loro estrazione risulta molto più esigua rispetto a quella di una delle quattro pietre preziose per eccellenza.
Come si è visto, è molto difficile riuscire a catalogare con correttezza una pietra come preziosa o semipreziosa ottenendo dei risultati non sempre corretti inficiando, in questo modo, il rilievo del significato ad esse associato. L’importanza di questa distinzione ha oggi perso molto del valore conferitogli in passato tanto che le continue controversie sull’argomento hanno portato la Commissione Federale del Commercio degli USA a prendere in considerazione l’idea di non utilizzare più questi due termini.
Nel corso del tempo una così netta divisione ha destato molte perplessità che hanno portato a più considerazioni e dubbi sulla classificazione tradizionale. Prendendo ad esempio in considerazione il valore economico, si è potuto riscontrare come molto spesso pietre catalogate come semipreziose avessero invece un costo più alto rispetto ad altre identificate come preziose: un’acquamarina di notevoli dimensioni, un’alessandrite o una tanzanite particolarmente belle posso anche eguagliare, se non superare, il valore di mercato di un rubino o uno zaffiro. Parlando invece del parametro “rarità”, anche in questo caso è possibile trovare pietre semipreziose molto più rare. Gemme come l’opale nero sono difficilmente reperibili in natura quindi la loro estrazione risulta molto più esigua rispetto a quella di una delle quattro pietre preziose per eccellenza.
Come si è visto, è molto difficile riuscire a catalogare con correttezza una pietra come preziosa o semipreziosa ottenendo dei risultati non sempre corretti inficiando, in questo modo, il rilievo del significato ad esse associato. L’importanza di questa distinzione ha oggi perso molto del valore conferitogli in passato tanto che le continue controversie sull’argomento hanno portato la Commissione Federale del Commercio degli USA a prendere in considerazione l’idea di non utilizzare più questi due termini.
È pur vero che, indipendentemente dalla loro classificazione, ogni pietra può essere considerata preziosa anche solo per il significato attribuitogli dal singolo individuo; ogni gemma racchiude un valore soggettivo che la rende unica agli occhi di chi la indossa. È per questo che le pietre che compongono le creazioni BLOVE sono scelte tramite una ricerca ed una selezione minuziose, in modo tale da offrire ai nostri clienti il meglio a cui poter associare un significato speciale.